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La destinazione di oltre 300 pezzi della collezione è il luogo da cui ha avuto inizio l’Opera Pia Barolo, residenza della famiglia Falletti fino agli ultimi Marchesi di Barolo, i coniugi Giulia e Tancredi, e quindi spazio strettamente legato al castello Falletti di Barolo e la sua storia.
LA MOSTRA
Sette le sezioni pensate dai due curatori della mostra torinese, Tiziano Gaia per la Barolo & Castles Foundation ed Edoardo Accattino di Opera Barolo-Ares: si va dai pezzi più antichi della collezione, ovvero le prime etichette di cui si abbia testimonianza per il vino Barolo (che risalgono alla seconda metà dell’Ottocento), fino a una lunga carrellata di esemplari targati Marchesi di Barolo, inteso come periodo storico che va dalla morte di Giulia (1864) e quindi l‘istituzione dell’Opera Pia Barolo, all’acquisizione delle cantine marchionali da parte degli attuali proprietari, gli Abbona di Barolo (1929). In mezzo si potranno trovare tante curiosità, tra cui le etichette desuete di Barolino e Barolo Amaro, e ancora l’evoluzione in etichetta di un cru come Cannubi e un doveroso omaggio alla città ospitante, Torino, con il suo celebre Vermouth e numerose ditte imbottigliatrici passate ormai alla storia. Completeranno il percorso espositivo oggetti e documenti d’epoca legati all’epopea del vino Barolo.